E Luce sia
nelle pieghe del tempo e dentro al calore dei tuoi sospiri
così
come nelle incomprensioni sospese nel vento
e nei tuoi passi lontani
e negli echi delle mie urla lasciati sul fondo dello stomaco.
E Luce sia
nei torti subiti
trasfigurati in un inno di lode che saprà farsi riso
pascendo bocche esuli finalmente giunte in porto.
Che Luce sia nei tuoi occhi:
si riveli saggezza ogni colpo, ogni rabbia ti insegni il perdono;
del dolore saprai farne un miele
dolcezza dei giorni
e non avrai nemici o rivali, mai
ed ogni cosa sarà in pace
poiché l’avrai attraversata col rigore di un loden
nuda, senza più il mascara,
nuda, senza più timori,
disarmata con la forza di chi sa affrontare la vita a mani nude,
mani di carezze, prese e sorrisi.
E Luce sia negli scantinati della mia memoria ligia al dovere
e nei miei sogni frenetici,
che Luce sia tra le pentole e le tende, dentro ai cassetti, nel mio cuore.
Non c’è più il trucco.
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