Prima classe

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Il prosecco sul Frecciarossa
di certo è un farmaco da banco

da servire senza ricetta
a semplice richiesta;
Il suo prosecco, signorina.

All’andata posso ancora permettermi la seconda classe,
ravvivare aspettative spettinate
con un gesto, scostando i capelli;

potrei sbagliare
ridendo, uno scatto, potrei riaccendere l’accendino del tuo tono di voce,

ancora in qualcosa sarai misterioso,
ben nota la forma che hai
nel pensiero.

Al ritorno c’è un cambio, a Milano:
vecchiaia mi coglie sul trucco squagliato
dalle ragioni, dai silenzi, dalle cose che non hanno guadagnato mai
il diritto ad essere.

La prego, un prosecco, non sento più il petto.
Freccia che scappi più svelta del lampo
concedi un ritardo, il tempo di un Merda.

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