Ho quarant’anni di fronte allo specchio
quando dimentico il tonico
per due giorni di fila
trenta sui documenti
mettendo in fila i ricordi
le mie scadenze, le agende.
Cinquanta suonati quando attacchiamo:
tu ti fai uomo nelle mie risposte
nelle rese in cui lascio a te la palla
e resistere alla tentazione del soccorso
mi imbianca il sopracciglio,
mi sforma la figura, matrona precoce
nelle mie lezioni di volo per te.
E poi son quindici quando ho fiducia nell’uomo,
nelle letture di saggi,
nelle creste iliache – ancora
non s’arrendono al tempo della sfioritura
e affiorano a vista, capriccio di fanciulla
sopra fianchi di donna fatta.
Non più di sette tra le tue braccia
quando mi dici la sera Sei mia:
io non lo sono, perciò amo
il tuo sogno di possesso
bambino
come le mie risa pulite.
trenta sui documenti
mettendo in fila i ricordi
le mie scadenze, le agende.
Cinquanta suonati quando attacchiamo:
tu ti fai uomo nelle mie risposte
nelle rese in cui lascio a te la palla
e resistere alla tentazione del soccorso
mi imbianca il sopracciglio,
mi sforma la figura, matrona precoce
nelle mie lezioni di volo per te.
E poi son quindici quando ho fiducia nell’uomo,
nelle letture di saggi,
nelle creste iliache – ancora
non s’arrendono al tempo della sfioritura
e affiorano a vista, capriccio di fanciulla
sopra fianchi di donna fatta.
Non più di sette tra le tue braccia
quando mi dici la sera Sei mia:
io non lo sono, perciò amo
il tuo sogno di possesso
bambino
come le mie risa pulite.
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