Nelle pieghe del mio giorno
trattengo, trasmuto
e trasfiguro
il dolore lo rendo lente
la paura nutre il motore
guido nella nebbia dell’ennesimo slot
pianificato, mi tengo in basso
scrutando
riunire sei individui
e negli occhi
cercarne le sostanze
annacquate
dalla mimica dei meeting.
E pure in certi moti spontanei
della pupilla, nel guizzo angolare
d’un sorriso svelto:
t’ho scoperto.
Umano come me
di stesso identico impasto d’elementi
sete azoto calcio fosforo
empatia carbonio
ossigeno tremore
di idrogeno hai pieni i gemiti
anche tu, nei tuoi nervi c’è il sole.
Umano come me
potresti sporgerti, un poco
fuori dal nodo
della cravatta – ricorderesti.
Dell’odore di un fuoco
antico
sul velo increspato del braccio
la notte il buio
dell’essere umano
ricorderesti.