E se mi prendessi la libertà
di lasciarvi liberi
di andare in frantumi
e affidassi al vento il compito
di raccogliere i pezzetti
e cercassi di tenermi io
intera tutta insieme
– se davvero non ci fosse mediazione
a telefoni spenti, nella quiete di cortili ombrosi,
stesa su muri di mattone
cercherei il respiro tra gli zigomi chiusi
e non saprei più
da che attingere l’acqua.
C’è una sorgente in fondo al cuore
da cui lascio esplodere
cascate di risa.
Svuotata, di vita
mi faccio avvolgere:
l’empatia spegne in fretta il furore.
Riemergo me stessa
alla luce del sole
disperdo scintille
sguardi sorrisi nel vento.
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